martedì 26 aprile 2011

AVANZI DI PASQUA 2- Budino di colomba

Usare preferibilmente uno stampo a ciambella, ma va bene anche il classico da charlotte o da plumcake. Scaldare il forno a 200 gradi. Riempire lo stampo con fette di colomba spesse un centimetro, senza però schiacciarle troppo. Versarvi sopra un composto di: 4 uova sbattute, mezzo litro di latte, qualche cucchiaio di zucchero. Mettere lo stampo in una teglia che contenga dell'acqua e magari un pò di scottex sul fondo, in modo che lo stampo non si muova quando l'acqua bolle. Mettere il bagnomaria in forno e cuocere a 180 gradi per almeno 30 minuti. Controllare con uno stuzzicadenti la cottura dell'uovo, potrebbe volerci anche quasi un'ora. Ma non lasciatelo troppo perchè una volta spento il forno l'uovo continua a cuocere.
(foto: dietaweb.myblog.it)

lunedì 25 aprile 2011

AVANZI DI PASQUA 1 - (la mia) Torta di pere e cioccolato

Accendere il forno a 200 gradi in modo che sia poi ben caldo. Sbucciare due pere e tagliarle a fettine o pezzetti. Ridurre a pezzetti gli avanzi di uovo di Pasqua. Separare  gli albumi e i tuorli di due uova. Montare a neve i due albumi delle uova e tenerli in frigo il tempo di impastare il resto degli ingredienti.

Mescolare 100 gr di burro ammorbidito a temperatura ambiente con 150 gr di zucchero e 2 tuorli d'uovo. Mescolare bene e aggiungere poi 150 gr di farina setacciandola con un colino, un pizzico di sale, un pò di latte se l'impasto fosse troppo asciutto, mezza bustina di lievito per dolci anch'esso setacciato col colino in modo che si sparga uniformemente. Aggiungere ora la cioccolata a pezzetti. Mescolare molto bene e infine aggiungere i tuorli montati, mescolando delicatamente dal basso all'alto. Versare il composto in una teglia imburrata e spolverata di zucchero. Mettere sull'impasto i pezzi di pera in modo uniforme. Cuocere in forno a 180 gradi per quasi un'ora.
(foto da blogdicucina.it)

domenica 17 aprile 2011

Insalata di bollito

Tagliare a pezzetti la carne di bollito che avete a disposizione, eliminando tutte le parti grasse. Creare un trito di capperi, acciughe sott'olio (sgocciolate), pochissimo prezzemolo. Diluire il trito con olio extravergine di oliva, una punta di senape e succo di limone e mescolare bene. Mescolare alla carne olive nere e pomodorini sott'olio (interi se quelli piccoli, tagliuzzati se avete i classici pomodori grandi a fette). Condire tutto con la salsetta al limone. Lasciar riposare a temperatura ambiente, mescolando ogni tanto, anche per un'ora prima di servire in modo che si insaporisca tutto bene.

mercoledì 13 aprile 2011

La denuncia shock: “Cibo surgelato radioattivo in arrivo dal Giappone tramite la camorra”

Sarebbero in arrivo nel Porto di Napoli cibi radioattivi surgelati provenienti dal Giappone e introdotti nel mercato tramite la camorra. A denunciarlo sono stati ieri Francesco Emilio Borrelli (Commissario regionale dei verdi) e il professor Vincenzo Peretti e altri docenti della Facoltà di Veterinaria dell’Università Federico II di Napoli. La denuncia: .......
leggi articolo su:

http://violapost.wordpress.com/2011/04/12/la-denuncia-shock-cibo-surgelato-radioattivo-in-arrivo-dal-giappone-tramite-la-camorra/

domenica 10 aprile 2011

Mangeremo come in Giappone. Europa più severa sulla radioattività nel cibo

(articolo di Maria Ferdinanda Piva)
Adesso finalmente mangeremo come i giapponesi. Nel senso che ieri l‘Unione Europea ha deciso di accettare, per le importazioni alimentari provenienti dal Giappone, gli stessi limiti di tolleranza della radioattività che sono in vigore nel Giappone stesso da Fukushima in poi. E che sono particolarmente severi.

Personalmente non credo che l’Ue sia stata mossa dal desiderio di proteggere la nostra salute: l’ha fatto solo per armonizzare e salvaguardare il commercio internazionale. In quest’ottica, spero che il Giappone tenga duro: sennò sono guai anche per noi.
L’Unione Europea ha diffuso la notizia in un modo piuttosto contorto, senza allegare la tabella in vigore in Giappone.
L’ho scovata, ed eccola qui...(continua a leggere su: http://informarexresistere.fr/mangeremo-come-in-giappone-europa-piu-severa-sulla-radioattivita-nel-cibo-2.html)

sabato 9 aprile 2011

Tonno radioattivo?

I produttori rassicurano: "In Italia nessun pericolo". Ma solo un'azienda ha risolto il problema della tracciabilità. Stretta Ue sui livelli di radioattività ammessi....continua a leggere su Repubblica (articolo di Monica Rubino):
Pesce in scatola a rischio in Europa?

venerdì 1 aprile 2011

Il rancio dell'ottocento


Uno studio, condotto sull'alimentazione nelle campagne italiane nella prima metà del XIX secolo (800), dà un quadro impressionante delle condizioni di vita delle popolazioni rurali (prevalenti) e urbane. " Pane di granoturco, minestre nelle quali si ammanniscono le materie più scadenti come polenta, patate, castagne, legumi che costituiscono la quasi totalità del vitto dal quale è pressoché esclusa la carne se non da cortile una volta ogni tanto". A questo si aggiunge l'analfabetismo (80%), la povertà delle abitazioni e del vestiario. Al nord tra nebbie, neve e freddo la cucina di base è la minestra o zuppa di verdure e la polenta con le inevitabili conseguenze sanitarie (pellagra). La frutta è principalmente costituita da mele, pere e frutta minore, nonché da uva, che viene trasformata in vino e che, più che bevanda, è cibo. Al sud e nelle isole, il clima più mite consentirebbe una cucina a base d'olio, pomodoro e tante verdure caratteristiche (broccoli, cime etc.), pastasciutta nonché pesce e agrumi. Oggi tale cucina è più nota come " cucina mediterranea", ma all'epoca non si sapeva e si conoscevano i suoi benefici. Abbiamo infatti detto consentirebbe perché alle classi proletarie una fetta di pane e qualche oliva era già una concessione. Il rancio preunitario dell'esercito sardo aveva quindi alla base una robusta razione di pane, cui si aggiungeva un monotono susseguirsi di brodi di verdura e carni lessate, in cui si cuoceva cavolo, riso, pastine e legumi, con integrazioni di conforto come gli alcolici, in occasioni speciali, e il vino. Il resto del vino i soldati se lo andavano a bere nelle osterie. La carne da brodo lessata proveniva dalle vaccine più vecchie ed era naturalmente indigeribile. Ricordiamo che gli animali da fattoria erano allevati principalmente per il lavoro, poi per il latte e la riproduzione. Ne consegue che solo in "avanzatissima" età venivano abbattuti o cadevano da soli. La quantità giornaliera di carne, alta anche secondo gli standard odierni, non deve quindi trarre in inganno. Si trattava in genere di tagli di scarsa qualità e valore nutritivo, ovvero frattaglia.
Nel nord solo il maiale fa eccezione nella cucina popolare poichè nei mesi invernali.....(continua sul sito dei bersaglieri:http://digilander.libero.it/fiammecremisi/rancio.htm)